Una cornice di inestimabile interesse culturale, il Museo dell’Ara Pacis a Roma, ha ospitato l’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia, dal titolo Il sistema della cosmetica per l’Italia. Una filiera di eccellenza che crea valore.
L’appuntamento è stata l’occasione per presentare per la prima volta lo studio La cosmetica crea valore per l’Italia, condotto da Althesys con il contributo del Centro Studi di Cosmetica Italia, che ha misurato il valore condiviso generato dal sistema della cosmetica per l’intero Paese.
«I numeri che emergono da questa analisi forniscono una certificazione autorevole di come il settore cosmetico sia in grado di generare un valore vasto e tangibile che investe non solo il comparto stesso, ma anche tutti quelli a esso connessi – ha commentato Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia – Al pari di altre realtà manifatturiere, anche la cosmesi è un’eccellenza italiana, tra i driver del made in Italy nel mondo, che si fa ambasciatrice di elevati standard di qualità, sicurezza e innovazione. Operando sempre più come sistema puntiamo a essere solidi e concorrenziali, continuando ad affermarci come un’industria che fa bene al Paese».
Il comparto, nel corso dell’ultimo biennio, ha dimostrato di saper affrontare scenari estremamente complessi e sfidanti: il pieno superamento di queste criticità è avvenuto già a fine 2021 con un fatturato totale del settore cosmetico in Italia di 11,8 miliardi di euro, salito a 13,2 miliardi secondo i preconsuntivi 2022. Le previsioni per il 2023 ci portano a un ulteriore balzo a 14,2 miliardi di euro, con un incremento di ben 2 miliardi rispetto ai valori pre-Covid.
Analizzando l’intera filiera a monte e a valle dell’industria cosmetica (includendo quindi oltre alla produzione, anche fornitori di materie prime, macchinari, packaging e servizi; logistica; rete distributiva articolata in canali commerciali e professionali), è stata misurata la ricchezza prodotta, direttamente e indirettamente, in ogni anello della catena e le sue ricadute sull’intero sistema socio-economico nazionale.
È emerso che il sistema della cosmetica in Italia ha generato un valore condiviso pari a 22,3 miliardi di euro nel 2021.
Un ammontare rilevante che equivale all’1,25% del PIL dello stesso anno.
Valore condiviso è sinonimo di benefici per la collettività.
Basti pensare che il 90% delle ricadute dirette è percepito dallo Stato, dai lavoratori e da altre aziende della filiera.
La contribuzione fiscale generata è di 6,7 miliardi di euro tra filiera e indotto; il 30% del valore creato è distribuito allo Stato attraverso le varie imposte e i contributi.
Significativa è anche la ricaduta occupazionale legata al sistema della cosmetica in Italia. Si tratta di un vero e proprio effetto moltiplicatore che comporta 6,3 posti di lavoro aggiuntivi nella filiera allargata per ogni addetto dell’industria cosmetica.
Inoltre, le aziende dedicano a salari e contributi 6,4 miliardi di euro, dando lavoro a circa 155.000 addetti nella catena che va dalla produzione alla distribuzione. Il numero dei lavoratori sale a 390.000 includendo i canali professionali di estetica e acconciatura.
I salari pagati, se comparati ai consumi, equivalgono a quanto necessario per il sostentamento di 220.000 famiglie.
«L’industria cosmetica italiana mostra una grande capacità di creare valore condiviso, cioè di generare benefici, ricchezza e occupazione oltre i propri confini – ha evidenziato il prof. Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – Le ragioni risiedono nella peculiarità della filiera, costituita da grandi gruppi internazionali così come da piccole-medie imprese, con il 90% di fornitori italiani e un forte export; tutti elementi che producono indotto e cospicue ricadute su tutto il sistema socio-economico italiano».
Accanto alla presentazione dello studio, una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Rai-Tg1 Giorgia Cardinaletti, ha coinvolto esponenti di alto livello legati al mondo della cosmesi, dell’industria, delle istituzioni e dei consumatori; sono intervenuti: Giorgio Maria Bergesio (vicepresidente Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica), Gianpiero Calzolari (presidente BolognaFiere), Massimiliano Dona (presidente Unione Nazionale Consumatori), Maurizio Marchesini (vicepresidente Confindustria per le Filiere e le Medie Imprese), Luca Squeri (capogruppo in Commissione Attività produttive, commercio e Turismo della Camera dei deputati).
L’evento si è aperto con un videomessaggio di saluto del Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni; le conclusioni sono state affidate al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.
«Il Sistema della cosmetica è uno degli Asset più importanti dell’export, il simbolo del benessere, eccellenza del Made in Italy italiano – commenta il Ministro Urso. «Produciamo, infatti il 67% del make-up utilizzato in Europa e il 55% di quello mondiale. Cosmetica Italia con circa 640 imprese rappresenta una grande realtà italiana, una eccellenza tecnologica e green, un modello di sostenibilità. Come MIMIT – continua Urso – sosteniamo l’innovazione e la formazione tecnica. Stiamo lavorando ad un’operazione di riqualificazione delle competenze a ogni livello per creare sinergia tra formazione e impresa. Sull’innovazione tecnologica – conclude il Ministro – stiamo lavorando anche in sede europea e in sinergia con il ministro Fitto per ottenere le risorse necessarie a rilanciare il piano 5.0 per sostenere le nostre imprese nella doppia transizione green e digitale. Nel contempo, siamo impegnati ad evitare che i nuovi regolamenti europei su imballaggi, microplastiche e acque reflue siano vessatori per le imprese italiane che proprio sulla sostenibilità e sul benessere dei consumatori hanno investito più di tutte».
Durante l’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia è stato inoltre consegnato l’Attestato di eccellenza COSMAST-Master di II livello in Scienza e Tecnologia Cosmetiche dell’Università degli Studi di Ferrara al Sen. Renato Ancorotti (Presidente Ancorotti Cosmetics spa).
Il riconoscimento ha voluto evidenziare la forte spinta innovatrice e lo spirito imprenditoriale di un capitano d’azienda che è riferimento per il settore e per la produzione contoterzi.