Con l’arrivo della bella stagione aumenta in intensità e frequenza la nostra esposizione al sole. Il tema della protezione dai raggi solari, da non sottovalutare tutto l’anno, acquisisce in questo periodo ancor più rilevanza.
Sappiamo infatti che il sole è amico del nostro organismo, a patto però che vengano adottati corretti comportamenti e precauzioni. Eritemi, scottature e accelerazione del processo di invecchiamento cutaneo sono infatti tra i principali danni in cui si può incorrere, ma si può arrivare fino all’aumento del rischio di insorgenza di tumori della pelle dovuti proprio all’esposizione eccessiva alla luce ultravioletta principalmente veicolata dai raggi del sole.
Nel diffondere una corretta informazione sull’esposizione al sole, i principali enti impegnati a livello nazionale nella lotta al cancro indicano l’utilizzo di creme solari tra i comportamenti consigliati per evitare danni alla pelle.
Si tratta di cosmetici tra i più studiati e testati: nell’Unione Europea devono infatti rispettare le rigide norme previste dal Regolamento 1223/2009, tra cui l’obbligo di scegliere i filtri solari all’interno di una lista che prevede unicamente sostanze la cui sicurezza d’uso è comprovata e avvalorata dalle competenti autorità sanitarie della UE.
La priorità dell’industria cosmetica è offrire prodotti sicuri ed efficaci ai consumatori prestando al contempo attenzione al loro impatto ambientale.
Ad esempio, forse non tutti sanno che gli studi che hanno individuato una nocività dei solari sui coralli si basano su condizioni sperimentali di laboratorio, necessariamente diverse da quanto avviene nella realtà. È noto che il deterioramento della barriera corallina sia un fenomeno complesso in cui, come riconosciuto dalla comunità scientifica, l’innalzamento della temperatura dei mari ed eventi climatici straordinari risultano essere cause determinanti.
Analogamente quando si affronta il tema della presunta tossicità dei solari sull’ambiente acquatico (pesci ed alghe in primis) legata alla presenza di interferenti endocrini, è bene ricordare che ci si basa su osservazioni in condizioni sperimentali, non correlate alla vita reale. Molte sostanze, comprese alcune di origine naturale (ad esempio soia, legumi, cereali integrali) possono simulare l’azione ormonale, ma il possibile effetto dipende dalla loro concentrazione e dalla loro potenza.
Ad esempio, il filtro UV benzofenone-3, che è stato accusato di essere un distruttore endocrino, è 1,5 milioni di volte meno potente nel suo effetto estrogenico dell’etinilestradiolo che viene usato nei contraccettivi orali.
Come già indicato, la sicurezza del consumatore resta una priorità per l’industria cosmetica: di conseguenza, anche la possibile influenza dei filtri UV sul sistema endocrino dell’uomo è inclusa nella rigorosa valutazione di sicurezza eseguita da un esperto qualificato che deve essere obbligatoriamente effettuata prima dell’immissione sul mercato del prodotto.
Quando si parla di prodotti solari bisogna quindi attenersi a fonti accreditate e a informazioni fondate scientificamente. La protezione solare è, infatti, strettamente legata al campo della prevenzione: informazioni non complete o scorrette potrebbero indurre la popolazione a considerare non necessari questi prodotti o addirittura a scoraggiarne l’utilizzo, con conseguenze potenzialmente molto gravi per la salute dei consumatori.
Sul sito www.abc-cosmetici.it, voluto da Cosmetica Italia per instaurare un contatto coi consumatori e fornire una corretta informazione sui cosmetici e loro utilizzo, è disponibile una sezione dedicata ai solari. Inoltre, in collaborazione con Commissione Difesa Vista, l’Associazione ha realizzato l’App Sole Amico che offre consigli per la corretta esposizione al sole proteggendo pelle e occhi.