Le norme e gli schemi di certificazione di prodotto mirano a quantificare e a esprimere i benefici e le prestazioni ambientali dei prodotti a cui si riferiscono, consentendo così a consumatori – e a stakeholder in generale – una scelta meglio informata e più consapevole e offrendo alle imprese un supporto fondamentale alle strategie di comunicazione e marketing.
Secondo la classificazione ISO, schemi e certificazioni di prodotto possono distinguersi in tre categorie:
- TIPO I: sono i marchi ecologici basati su schemi che considerano tutti gli impatti ambientali di un prodotto e il suo intero ciclo di vita, dalla “culla”, ovvero la sua progettazione, alla “tomba”, ovvero il momento in cui cessa di esercitare la propria funzione e deve essere smaltito o recuperato. Si applicano sui prodotti e servizi che rispettano criteri ambientali prestabiliti da parte di un organismo esterno indipendente; i criteri sono periodicamente aggiornati, tenendo conto dell’evoluzione della scienza e della tecnica. Tra questi, rientra, ad esempio, il marchio europeo di qualità ecologica Ecolabel
- TIPO II: sono le autodichiarazioni ambientali (“green claims”) fatte da produttori importatori o distributori di prodotti, relative a una o più caratteristiche ambientali del prodotto e/o del suo packaging (ad esempio: “riciclabile”, “biodegradabile”, etc.). Sono in genere utilizzati senza la verifica da parte di un soggetto terzo esterno indipendente, per cui la garanzia di affidabilità e correttezza del produttore diviene elemento fondamentale. La norma ISO 14021 detta i principi-guida fondamentali per una corretta comunicazione attraverso autodichiarazioni ambientali, includendo l’utilizzo di dichiarazioni ambientali, segni grafici e simboli riferiti ai prodotti.
- TIPO III: sono definite “eco-profiles” o “dichiarazioni ambientali di prodotto”, si tratta di dichiarazioni basate su parametri ambientali prestabiliti, che contengono una quantificazione degli impatti associati al ciclo di vita del prodotto. Sono sottoposte a un controllo indipendente e presentate in forma chiara e confrontabile. Non attestano il superamento di determinati parametri di qualità ambientale, come i marchi di TIPO I, ma lasciano al consumatore (e al cliente nel caso del B2B) la possibilità di confrontare i prodotti sulla base di parametri calcolati e verificati attraverso procedure comuni. La finalità principale è infatti quella di evidenziare le performance ambientali di un prodotto, aumentandone la visibilità e promuovendo un confronto fra prodotti funzionalmente equivalenti. Tra le certificazioni più diffuse vi è il sistema internazionale EPD ; nel contesto europeo, la PEF introdotta dalla Commissione Europea mira a promuovere lo sviluppo e la diffusione di metodologie comuni per il calcolo dell’Impronta Ambientale dei prodotti.