Solidale. Responsabile. Resiliente.
Sono i termini che sintetizzano la risposta dell’industria cosmetica all’emergenza Covid-19. Nel solco di una tradizione che da 20 anni studia gli andamenti semestrali del comparto cosmetico, il Centro Studi ha registrato a cavallo dell’estate 2020 un andamento inevitabilmente condizionato dalla pandemia, evidenziando gli straordinari cambiamenti della domanda, con un mercato ovviamente in generale, pesante, contrazione, ma mettendo anche in luce la reattività dell’industria cosmetica italiana. Un’industria che da subito ha saputo mettere in atto strategie correttive, come, in alcuni casi, la rimodulazione della produzione verso gli igienizzanti, fondamentali per il contrasto dei contagi, oppure, in altri casi, ha sostenuto i canali con azioni a supporto del repentino mutamento delle abitudini di acquisto.
Sono proprio i nuovi atteggiamenti di consumo il tema che caratterizza il passaggio alla fase successiva al lockdown, difficilmente i consumatori ritorneranno alle precedenti abitudini, dando vita alla “nuova normalità”, anticipando trend e modalità di scelta che venivano proiettati nel medio periodo e che sono diventati attuali. Per il settore della cosmetica il 2020 è iniziato con una sostanziale tenuta degli indicatori economici che confermavano la realtà di un comparto con costante dinamica positiva, anche consistente, sul piano della produzione e del presidio della domanda sia interna che internazionale, ma da marzo tutto è cambiato: la chiusura degli esercizi professionali, le desertificazione dei centri urbani per il generale passaggio allo smart working, il crollo delle esportazioni e le tensioni sulle materie prime hanno pesato sui fatturati delle imprese.
Infatti, i dati previsionali di chiusura esercizio segnano una contrazione dell’11,6% dei fatturati, che toccano, nelle stime, i 10.500 milioni di euro, condizionati dal calo della domanda interna, -9,3%, ma soprattutto dalla contrazione delle esportazioni, -15%, ricordando che già alla fine del 2019 i mercati esteri avevano ridotto la domanda di prodotti cosmetici dall’Italia. Anche nel pieno della crisi, tuttavia, il comparto cosmetico ha dimostrato capacità di reazione e di incorporazione della congiuntura negativa, ben più virtuoso di altri comparti del made in Italy, sia nella tenuta dei saldi della bilancia commerciale, sia nella ripresa degli indicatori: infatti, all’andamento del primo semestre, in pesante contrazione, gli imprenditori del settore, fanno seguire una previsione per il secondo semestre 2020 ancora negativa ma in netto recupero, evidenziando flessibilità di adattamento e volontà di investimento.
Durante l'incontro, sono stati proposti i seguenti interventi: