Da sempre si ribadisce la vocazione dinamica e resiliente delle imprese del settore che, pur in presenza di forti condizionamenti dei mercati, in particolare quelli esteri, rispondono con efficacia e proattività. La conferma arriva anche con l’attuale crisi generata dalla pandemia: nonostante le contrazioni degli investimenti, le spese per l’innovazione nell’ultimo esercizio contabile, ovvero gran parte delle voci di bilancio legate alle immobilizzazioni immateriali, sono prossime a 700 milioni di euro, pari al 5,8% del fatturato dell’industria cosmetica (12.007 milioni di euro).
Nello specifico, tra le voci di spesa che più hanno caratterizzato questo valore, dopo quelle per ricerca e sviluppo, si segnalano in ordine di peso:
- l’acquisizione di macchinari, attrezzature, software e fabbricati finalizzati all’innovazione;
- le spese per il marketing di nuovi prodotti;
- il ricorso a soggetti esterni per finalizzare progetti di ricerca e sviluppo.
Se confrontata con la media del sistema manifatturiero pari a 2,1%, il settore cosmetico mantiene un’incidenza sul fatturato che è più del doppio della media nazionale.