Lo stato di salute di un’azienda, o di un comparto, viene spesso valutato dal grado di investimento in Ricerca e Sviluppo; non è un indicatore che isolato può mostrare una situazione ottimale o meno, ma, lascia intendere l’orientamento di un’azienda alla proposta di prodotti o servizi nuovi, distintivi o originali per cui il consumatore è disposto, probabilmente, anche a pagare un mark up.
Tanto più l’azienda investe in tali risorse immateriali, come ad esempio costi in ricerca e brevetti, tanto più questa si sentirà meno minacciata da variabili esogene che, in scenari come quello attuale, contraddistinti dall’aumento di player e riduzione delle barriere all’ingresso, possono ledere le marginalità.
Si propone l’analisi aggiornata condotta dall’Istat su questo tema, dal punto di vista numerico delle imprese in Italia, del settore chimico: confrontato con la media nazionale del manifatturiero emerge la medesima attenzione del comparto cosmetico negli investimenti in R&S, a dimostrazione della grande competitività sia di prodotto che di processo.
INDICATORE |
TOTALE SETTORE MANIFATTURIERO |
SETTORE CHIMICO |
Totale imprese con almeno 10 addetti |
68.716 |
1.639 |
Numero imprese con attività innovative* |
39.730 |
1.311 |
Distribuzione % imprese con attività innovative* |
57,8 |
80,0 |
Distribuzione % imprese con attività innovative* di prodotto/processo |
50,4 |
72,1 |
* Le imprese con attività innovative sono quelle che hanno svolto attività finalizzate all'introduzione di innovazioni di prodotto, di processo, organizzative o di marketing. Fonte Istat