Confindustria

Tassi, PNRR, superbonus, energia: che succederà alla crescita italiana? - primavera 2024

Nel 2023 il commercio mondiale di beni ha registrato un brusco arretramento (-1,9%), ancora più ampio di quanto assunto nel rapporto di ottobre scorso (-1,0%). I fattori che hanno contribuito alla caduta sono numerosi e ancora presenti a inizio 2024: fiacca domanda di beni manifatturieri e di investimento; tassi di interesse ai massimi; prezzi energetici stabilmente superiori alle quotazioni pre-pandemia; forti tensioni e sempre maggiore frammentazione geopolitica. In Europa pesa, inoltre, la recessione tedesca.
Le prospettive di crescita mondiale appaiono, però, in graduale miglioramento. Il rientro dell’inflazione accresce il potere d’acquisto e la fiducia delle famiglie, che sostengono i consumi; tale rientro, inoltre, avvicina la discesa dei tassi di interesse e, quindi, la risalita degli investimenti. La produzione industriale è attesa in graduale rafforzamento, grazie a una maggiore domanda di beni (dopo l’avvenuto recupero nei servizi), alla necessità di adeguare il livello delle scorte e anche a politiche industriali favorevoli in alcuni paesi, come gli USA. Il commercio mondiale di beni è quindi atteso tornare a crescere quest’anno e l’anno prossimo, seppur a ritmi modesti, e a fine biennio si riporterà sui ritmi di espansione del PIL mondiale.

Congiuntura Flash a cura del Centro Studi di Confindustria, novembre 2023

Scende l’inflazione in Italia, ma i tassi sono alti e forse non ancora fermi, perciò il credito è troppo caro e meno disponibile. La crescita dell’economia italiana è ferma: i servizi sono in flessione e l’industria ancora debole. Gli investimenti vanno giù, i consumi sono quasi fermi, meglio l’export ma le prospettive non sono buone. L’Eurozona è vicina allo zero, la Cina stanzia 137 miliardi di stimoli, mentre negli USA sorprende in positivo la crescita nel 2023.

Congiuntura Flash a cura del Centro Studi di Confindustria, 29 luglio 2023

Piatta la crescita dell’economia italiana, sorretta dai servizi, ma frenata dai tassi elevati. L’inflazione è meno alta, ma le Banche Centrali alzano i tassi ai massimi, e il credito è in ripiegamento perché troppo caro. In Italia i servizi sono trainati dal turismo, l’industria è debole, le costruzioni in calo. Gli investimenti sono frenati, i consumi incerti, mentre l’export di beni è in riduzione. La Germania è in recessione, secondo i previsori sarà di breve durata. Gli USA restano in crescita, viceversa la Cina rischia la deflazione.