Il principale driver d’acquisto di cosmetici per i consumatori nel mondo
A livello internazionale la qualità è il primo asset decisionale per ogni consumatore, ma cambia la sua rilevanza per i singoli Paesi.
A livello internazionale la qualità è il primo asset decisionale per ogni consumatore, ma cambia la sua rilevanza per i singoli Paesi.
Netcomm offre un’analisi storica dei trend e preziosi consigli per una pianificazione del periodo natalizio, volti a ottimizzare le strategie di vendita online sui marketplace nel più importante trimestre dell’anno.
Durante la pandemia anche il cosiddetto lipstick effect ha subito delle rimodulazioni: l’acquisto “consolatorio” di alcuni prodotti come reazione a un periodo di crisi si è concentrato sul trucco occhi, complice l’utilizzo prolungato della mascherina.
Le collezioni natalizie in ambito cosmetico rappresentano circa il 2% del totale dei lanci di cosmetici immessi sul mercato mondiale. Già dal mese di ottobre queste collezioni sono disponibili sugli scaffali e, per circa tre mesi, rappresentano un’offerta dedicata soprattutto per prodotti legati al trucco e alla cura del viso e del corpo.
La pandemia ha consolidato l’attenzione verso il mondo della skincare e ha dato la priorità alla routine legata alla cura della pelle. Le piattaforme social hanno aperto nuovi canali di vendita di cosmetici, oltre ad approfondire la narrazione in fatto di formulazione e identificazione nei valori legati al brand. Emerge la forte leva comunicazionale di TikTok, Instagram e YouTube che sfruttano le esperienze visive e di interazione con i consumatori, in particolare la generazione Z, con prodotti che soddisfano le esigenze più specifiche.
Le rilevazioni tra il primo e il secondo semestre del 2022 confermano la capacità delle imprese cosmetiche di mettere in campo la loro tradizionale forza di reazione in una situazione inimmaginabile fino a pochi mesi fa. Il contesto economico ha condizionato non poco la rimodulazione dell'offerta da parte del sistema industriale cosmetico, imponendo una serie di aggiustamenti sia dal punto di vista organizzativo che commerciale. Ancora una volta si è osservato un significativo orientamento a favore dei canali tradizionali e professionali e delle loro difficoltà garantendo, nel momento della ripresa, le migliori condizioni per sostenere l'offerta finale.
La reattività del comparto cosmetico emerge in misura significativa nella lettura dei dati di bilancio delle imprese. Solidità, liquidità e flessibilità sono alcuni degli elementi distintivi che emergono dagli indicatori analizzati grazie alla banca dati Aida di Moody’s.
Nel corso degli ultimi anni, l’approccio ai prodotti per il trucco si è spostato a favore di un atteggiamento minimalista. A questo trend si affianca la richiesta crescente di prodotti di make-up ibridi, in grado di offrire benefici più specifici rispetto a coprire, colorare o nascondere gli inestetismi. Il focus si è concentrata sulle formulazioni che migliorano la pelle proteggendola e perfezionandola allo stesso tempo.
I prodotti premium possono essere apparentemente in conflitto con le nuove accezioni legate alla sostenibilità. La comunicazione dei brand verte sul concetto del less is more: la riduzione dei costi e dell’impatto sull’ambiente non è una limitazione dell’esperienza, ma una valorizzazione dell’appartenenza a un disegno unitario in cui dare il proprio contributo e messaggio alla società.
I maggiori costi dovuti all’aumento dei prezzi delle commodities, gravano in misura importante sull’industria cosmetica italiana.
Complessivamente, nella lettura aggregata dei bilanci delle imprese cosmetiche, l’incidenza dei costi di produzione sul fatturato del comparto è pari al’86% e, considerato l’aumento dei soli costi legati alla fornitura di energia del 330%, l’aumento generale sulla produzione di cosmetici è di oltre 4 punti percentuali.